'A pistola lasciala, pigliami i cannoli by Mark Seal

'A pistola lasciala, pigliami i cannoli by Mark Seal

autore:Mark Seal [Seal, Mark]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Jimenez Edizioni
pubblicato: 2024-02-28T00:00:00+00:00


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QUADRI: OGNI FOTOGRAMMA UN DIPINTO

Voleva fare l’opera lirica” ha detto lo scenografo Dean Tavoularis riferendosi alla visione del Padrino di Francis Ford Coppola, una visione che trasmise al suo team creativo durante una riunione di sei ore il 25 gennaio 1971. “Già all’inizio, Francis disse: ‘Voglio fare una riunione’. E in quella riunione revisionammo tutta la sceneggiatura, ed è da lì che viene lo stile del Padrino”, dalla forza creativa – regista, direttore della fotografia, scenografo, costumista – radunatasi negli uffici newyorkesi della Paramount al Gulf+Western Building per dibattere e analizzare ogni aspetto del film, che Coppola vedeva come “il contrasto tra bene e male, luce e buio…”.

Per dipingere questo mondo misterioso, dovevano “usare realmente l’oscurità…” disse. “Inizieremo con un foglio bianco e dipingeremo con la luce, senza mai muovere la cinepresa”.

In seguito alcuni membri dei vari schieramenti avrebbero combattuto contro il giovane e inesperto regista, in particolare il direttore della fotografia Gordon Willis. Ma per il momento, in quella riunione, erano un tutt’uno, tutti concentrati sullo stesso obiettivo: l’eccellenza cinematografica.

Naso rincagnato e capelli crespi, figlio di ballerini di Broadway, Gordon Willis da Astoria, Queens, era il direttore della fotografia perfetto per raggiungere l’obiettivo di Coppola di dipingere con l’oscurità. Al tempo quarantenne, Willis era conosciuto come il “principe delle tenebre”, giacché la sua maestria nell’illuminazione scarsa e nell’accentuazione delle ombre lo aveva reso famoso in un’epoca che propendeva per le luci brillanti e i colori primari. Era uno con cui era difficile lavorare, per sua stessa ammissione, ma divenne uno dei direttori della fotografia più richiesti del suo tempo. “Se esistesse un Monte Rushmore per i direttori della fotografia” ha scritto Stephen Pizzello, direttore e editore di American Cinematographer, “i tratti di Gordon sarebbero certamente scolpiti nella roccia”.

Tavoularis, allora trentanovenne, aveva già la reputazione di uno capace di trasformare il banale in sublime. Grecoamericano di Lowell, Massachusetts, era appena rientrato da un lungo viaggio in Europa e di lavoro con il regista italiano Michelangelo Antonioni. Avendo imparato il mestiere ai Disney Studios, era reduce da un paio di acclamati film con il regista Arthur Penn, tra i quali Gangster Story, la cui violenza sanguinaria aveva impressionato Coppola. “Un conto è vedere qualcuno che spara a qualcuno” disse Coppola a Tavoularis durante quella riunione. “Ma se c’è un dettaglio… il modo in cui il sangue si trasforma in nebbia… L’ho visto in Gangster Story. Ho pensato che fosse fatto in maniera assolutamente meravigliosa”.

A cinquantotto anni, la costumista Anna Hill “Johnnie” Johnstone era la veterana del gruppo. Aveva trascorso una carriera intera a rovistare negli armadi degli amici e nei negozi dell’usato, partendo da Broadway nel 1937 prima di passare al cinema. Aveva consolidato la sua reputazione disegnando i costumi per i classici di Elia Kazan Fronte del porto e La valle dell’Eden.

E poi c’era Coppola, l’elemento più giovane del team e – almeno per il momento – il suo leader indiscusso. Aveva assunto una stenografa dell’International Reporting Service per registrare ogni parola pronunciata nel corso della riunione di produzione, nel



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